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Botanica profumata

Viaggio sensoriale alla scoperta dell’erica arborea

Quando ammiro l’immensità del mare il mio sguardo si perde sempre nell’azzurro freddo e profondo, per poi tornare a posarsi sulla terra che mi accoglie e mi mantiene salda. Sull’isola d’Elba il confine tra la terra e il mare sbiadisce in un sogno profumatissimo: chiudo gli occhi e l’aria salmastra incontra la purezza dell’erica e dei suoi piccoli fiori, candidi come conchiglie.

Caratteristiche e proprietà dell’erica

L’erica arborea è un’essenza tipica della macchia mediterranea, dove cresce spontanea; appartenente alla famiglia delle Ericaceae, si presenta come un piccolo arbusto sempreverde dalla corteccia rossastra. Nota anche come “scopa da bosco” per i suoi lunghi e numerosi rami, vanta una ricchissima fioritura: i suoi grappoli di fiori color bianco-crema sono infatti tra i più profumati della specie.

Gli utilizzi dell’erica sono molteplici e affondano nella tradizione contadina. I fiori essiccati vengono utilizzati per la preparazione di decotti dalle proprietà diuretiche, febbrifughe, astringenti e sedative. La tintura madre è apprezzata per le sue qualità antibatteriche, mentre gli impacchi donano una sensazione di sollievo e leniscono le infiammazioni cutanee.

Il suo legno viene ancora oggi utilizzato per la creazione di splendide pipe, mentre il carbone di erica si distingue per la lunga combustione e l’elevato potere calorifico. Si tratta infatti di uno dei carboni più richiesti nelle officine dei fabbri del passato, che lo impiegavano per la forgiatura del ferro.

La magia senza tempo dell’erica: la pianta delle fate e degli dei

Da sempre ritenuta una delle piante magiche più potenti, l’erica simboleggia la purezza e la liberazione dalle energie negative.

Le virtù spirituali di questa pianta risalgono a un passato lontanissimo: la sua legna aromatica veniva utilizzata non solo per la cottura del pane destinato ai rituali sacri, ma anche per la costruzione delle scope impiegate per la pulizia dei templi. Ancora oggi si pensa che gli ambienti puliti con scope di erica vengano purificati, e che bruciare dell’erica come se fosse un incenso possa tenere lontani gli spiriti maligni.

Nella tradizione celtica, le piante di erica erano considerate la dimore delle fate e per evitare di essere rapiti da queste creature soprannaturali era sconsigliato addormentarsi vicino ad esse. Un’altra credenza attribuisce all’erica il potere di aprire le porte dell’aldilà.

I significati dell’erica nel linguaggio dei fiori

La simbologia dell’erica è varia e dipende essenzialmente dalla varietà della pianta e dal colore delle sue infiorescenze. L’erica calluna, di colore viola, è associata alla solitudine; quando viene regalata, si trasforma in una richiesta di affetto e conforto.
L’erica arborea, invece, rappresenta l’ammirazione e la speranza che i nostri desideri e quelli di chi amiamo riescano prima o poi ad avverarsi.

L’erica bianca e le lacrime di Malvina

Nell’immaginario comune l’erica è tipicamente viola, mentre alla sua variante bianca è associata una bellissima leggenda di origine druidica. Si racconta che la figlia del bardo Ossian, Malvina, fosse innamorata di Oscar, un valoroso combattente impegnato in guerra. La ragazza aspettava il suo ritorno che, però, non avvenne mai: informata della sua morte, Malvina pianse le sue lacrime di dolore su una pianta d’erica viola, facendola diventare bianca. Da allora Malvina augura fortuna a chiunque trovi dell’erica bianca.

Il Sentiero dell’Erica

Sull’isola d’Elba l’erica arborea incanta i sensi con il suo caratteristico profumo e la bellezza dei suoi fiori. Risalendo i sentieri del Serrone e della Sambucaia lo sguardo si posa su queste piante magiche, che non è raro trovare vicino ad un corbezzolo o all’ombra di un leccio. Mentre ammiro la bellezza della natura il tempo si ferma: rimane solo la brezza marina che fa danzare mille minuscoli fiori bianchi.

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Fonte: Shutterstock
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ACQUA DELL’ELBA ti accompagna in un viaggio che si snoda fuori dai sentieri battuti e che si fa a grandi passi, lungo bianche spiagge silenziose, o per le strade di collina, ma anche restando fermi, seduti su uno scoglio, ammirando un tramonto.

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