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Biologia marina

San Francesco del Deserto: l’isola del silenzio tra storia, arte e spiritualità

Un approdo di pace nel cuore della laguna

San Francesco del Deserto è un piccolo lembo di terra sospeso nella laguna veneta, tra Burano e Sant’Erasmo, che custodisce una storia millenaria. Qui infatti, nella primavera del 1220, sbarcò frate Francesco d’Assisi, di ritorno da una missione di dialogo presso il Sultano d’Egitto, Malek-el-Kamel, durante le Crociate – non la via delle armi, ma quella della parola e dell’incontro.

In cerca di quiete per pregare e riflettere sulle crescenti tensioni interne al suo ordine, il Santo trovò riparo su un’isola appartata, proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel. Ad accoglierlo – secondo la testimonianza di san Bonaventura da Bagnoregio – fu il canto di una moltitudine di uccelli e quello stesso luogo, oggi, si chiama San Francesco del Deserto.

Una storia di fede, solitudine e bellezza

La desinenza del Deserto comparve nel Quattrocento, quando l’isola fu abbandonata a causa dell’insalubrità della laguna. La sua anima però non si spense: già nel 1233 Jacopo Michiel donò l’isola ai frati minori, affermando che vi sorgeva una chiesetta dedicata a san Francesco e gli scavi archeologici condotti tra il 1961 e il 1965 hanno in effetti confermato l’antichità del sito, rivelando anche tracce di epoca romana.

Nel corso dei secoli, San Francesco del Deserto è diventata rifugio spirituale, ispirazione per artisti e poeti, come dimostra l’ode di Angiolo Orvieto, che canta la sua pace eterna: O beatitudo sola, o beata solitudo.

Il convento di San Francesco del Deserto e i suoi tesori

L’isola è ancora oggi abitata da una piccola comunità di frati minori conventuali. Il percorso all’interno del convento, visitabile anche virtualmente grazie al progetto dell’Accademia di Belle Arti Santagiulia, è un viaggio nella storia e nella spiritualità francescana.

Il primo chiostro, risalente al XIII secolo, accoglie i visitatori con un crocifisso ligneo del Quattrocento mentre il secondo chiostro, del 1460 circa, ospita la biblioteca e le celle dei frati. Tra le cappelle, spicca l’Oratorio di san Francesco, indicato come il luogo dove il Santo pregò al suo arrivo: qui, la scritta Hic est locus ubi oravit seraphicus pater Franciscus ne testimonia ancora oggi la memoria.

Vi sono poi la Cappella della Madonna, la Cappella di san Bernardino con una tela seicentesca che raffigura san Francesco, sant’Antonio e san Bernardino, e la Cappella del venerabile padre Bernardino da Portogruaro, dove risiede il suo sepolcro. L’antica sacrestia, la cisterna medievale e il refettorio con pavimento a spina di pesce arricchiscono un patrimonio storico colmo di arte e devozione.

Una Venezia inaspettata, oltre i flussi del turismo

La RAI ha dedicato all’isola di San Francesco del Deserto una puntata della serie In cammino, descrivendola come parte di un’altra Venezia: quella della meditazione e dello spirito, lontana dal clamore delle folle e del turismo, luogo di silenzio, preghiera e contemplazione, dove il tempo sembra essersi fermato.

San Francesco del Deserto concretizza quindi una destinazione interiore. In un’epoca dominata dalla velocità e dal rumore, la piccola isola continua a offrire il frutto della ricerca di san Francesco: la possibilità di ritirarsi, ascoltare e tornare all’essenziale. Una bellezza intima, autentica, vera.

Come raggiungere San Francesco del Deserto

San Francesco del Deserto è un’isola da ascoltare, respirare e abitare, anche solo per poche ore: è infatti possibile scoprirla con una visita guidata da concordare direttamente con il Convento dei Frati dell’isola. Le visite si svolgono ogni giorno, escluso il lunedì o in altri momenti di riservata preghiera, con partenza agli orari: 9.00, 9.45, 10.30, 15.00, 15.45 e 16.30.

Un frate accompagna i visitatori lungo il chiostro, la chiesa e il giardino, in un percorso che dura circa 40 minuti e invita a rallentare il passo, ad aprire lo sguardo, a lasciarsi toccare dalla pace del luogo. Non esiste biglietto d’ingresso, ma un’offerta libera è gradita per sostenere la cura quotidiana dell’isola. Per i gruppi è necessaria la prenotazione (entro due mesi dalla data scelta).

È possibile accedere all’isola via imbarcazioni private, taxi acqueo o con il servizio navetta da Burano, contattando il sig. Massimiliano al numero +39 347 9922959.

Scritto da

Redazione

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Fonte: Shutterstock
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