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Arte & cultura

Santa Claus: una tradizione natalizia legata al mare

Voce profonda, gote rubiconde, lunga barba bianca che si confonde con gli orli in pellicciotto del suo abito rosso, cappello a punta, cuore buono… è impossibile non riconoscerlo. Santa Claus o Babbo Natale è una di quelle figure che sembrano esistere da sempre, come se fosse nato insieme al freddo dell’inverno e ai desideri dei bambini. Eppure, dietro l’uomo che vola tra le stelle ci sono storie che nascono molto più in basso, tra porti, coste antiche e città affacciate sul Mediterraneo.

Per capire davvero chi è Santa Claus bisogna fare un passo indietro, molto prima delle renne e delle slitte, quando il suo nome era semplicemente Nicola e la sua vita scorreva tra il mare e la pietra chiara della Licia.
È qui, tra le onde e le strade polverose di Myra, che comincia il viaggio di un uomo destinato a diventare leggenda.

Le origini di Babbo Natale

Nicola nacque alla fine del III secolo a Patara, una cittadina marittima dell’attuale Turchia. Il mare era il suo orizzonte quotidiano: porto di arrivi, partenze, naufragi e speranze. Da giovane divenne sacerdote e poi vescovo di Myra, dove la sua fama crebbe soprattutto per la sua generosità che non cercava gloria. Tre episodi, tra i tanti, raccontano il suo carattere.

La dote in regalo

Si narra che, per salvare tre ragazze dalla povertà e da un destino ingiusto, Nicola abbia fatto scivolare di notte sacchi di monete nella loro casa. Lo fece più volte, senza che nessuno se ne accorgesse: un gesto discreto, un aiuto che non domandava gratitudine. È forse il primo, minuscolo seme di ciò che diventerà il rito dei doni natalizi.

La quiete durante la tempesta

Un equipaggio in viaggio fu sorpreso da una tempesta così violenta da far temere il peggio. Nel pieno della paura, apparve un uomo che afferrò il timone e placò il mare come se parlasse la stessa lingua delle onde. I marinai, riconoscendolo poi nella chiesa di Myra, compresero che quel vescovo non era solo un uomo di fede, ma anche un protettore dei naviganti.

La generosità del grano

Quando una nave carica di grano transitò nei pressi di Myra durante una carestia, il capitano non voleva saperne di aiutare la città affamata. Ma Nicola, con parole semplici e ferme, lo convinse a condividere il carico. Il grano bastò per sfamare tutti e la nave arrivò comunque a Roma senza mancare di nulla. Un altro miracolo di equilibrio tra fede, mare e vita quotidiana.

La leggenda prende il largo

Dopo la morte di Nicola la storia si fece più sfumata. Per secoli la sua figura viaggiò come fanno le correnti marine: un po’ nascosta, un po’ trasformata. Marinai greci e italiani portarono la sua immagine da un porto all’altro, fino all’Olanda, dove divenne Sinterklaas.

Attraversando l’Atlantico, arrivò a New York. Qui prese nuove forme, tra giornali, poesie e illustrazioni. Washington Irving lo raccontò nelle sue pagine; Clement Clarke Moore lo vide scivolare giù dal camino nella poesia “A Visit From Saint Nicholas”; e l’illustratore Haddon Sundblom, secoli dopo, gli diede il volto che oggi tutti conosciamo.

Santa Claus è il risultato di secoli di racconti portati da popoli di mare e di terra, di leggende che hanno attraversato continenti come navi che seguono la rotta delle stelle.

Eppure, sotto gli strati di stoffa rossa e folklore, il cuore resta quello di Nicola: un uomo che viveva vicino al mare, che camminava tra pescatori e commercianti, che conosceva le tempeste reali e quelle del cuore umano e che ha sempre fatto di tutto per aiutare il prossimo.

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Fonte: Shutterstock
Fonte: Gyubin Yoon - Dupe
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