16 Mag 07:35

lat 42° 47′ 12”, LONG 10° 16′ 28”

Cerca
Close this search box.
16 Mag 07:35

lat 42° 47′ 12”, LONG 10° 16′ 28”

Cerca
Close this search box.

|

Biologia marina

La bella figlia del mare: l’eleganza maestosa della foca monaca

Dapprima è apparsa in Salento, un anno fa, nell’estate del 2024, tra le grotte azzurre della costa di Tricase. Poi è tornata, vicinissima: nell’aprile del 2025, una foca monaca è stata avvistata nelle acque limpide di Ischia, mentre cacciava una murena lungo il promontorio di Sant’Angelo. I suoi movimenti sono stati catturati in un video che ha subito fatto il giro del mondo. È il ritorno di una creatura che sembra uscita da un sogno – o da un poema.

Nell’Odissea, Omero la chiama “la bella figlia del mare”, spirito acquatico e solitario, custode degli anfratti nascosti e delle correnti impetuose. Da sempre circondata da un’aura misteriosa, la foca monaca è oggi più reale che mai.

La foca monaca:
un maestoso mammifero da salvaguardare

La foca monaca del Mediterraneo (Monachus monachus) è uno dei pinnipedi più rari del pianeta, ed è l’unica foca che vive stabilmente nel nostro mare. Il suo corpo è snello, allungato, coperto da un mantello di pelliccia corto e lucente, che varia dal grigio al marrone scuro, con sfumature più chiare sul ventre. I maschi possono raggiungere i 2,5 metri di lunghezza e pesare fino a 300 kg, mentre le femmine sono leggermente più piccole. Ha occhi grandi e neri, rivolti frontalmente, che le conferiscono un’espressione intensa, quasi umana.

Predilige mari caldi, calmi, poco frequentati dall’uomo. Ama le scogliere impervie, le grotte semisommerse, gli anfratti nascosti raggiungibili solo dal mare. È in questi luoghi silenziosi che partorisce e alleva i piccoli, che nascono dopo circa 11 mesi di gestazione. Le cucciolate, di solito formate da un solo piccolo, avvengono una volta all’anno. Il cucciolo viene allattato per circa due mesi, durante i quali resta costantemente accanto alla madre.

Come si comporta in natura la foca monaca

La dieta della foca monaca è varia, ma principalmente carnivora: si nutre di pesci, cefalopodi e crostacei. Ama cacciare di notte, quando il mare è più quieto e le prede si muovono più lentamente. È un’ottima nuotatrice, capace di immergersi anche a grandi profondità per cercare il cibo, ma preferisce rimanere in acque costiere, dove può rifugiarsi facilmente.

Solitaria per natura, vive spesso da sola o in piccoli gruppi, evitando le interazioni frequenti anche con i suoi simili. È proprio questa indole schiva, insieme alla crescente antropizzazione delle coste, che ha contribuito alla sua rarefazione. Ma oggi, anche grazie a programmi di tutela e alla crescente sensibilità ambientale, la foca monaca sta lentamente riconquistando il suo spazio. E ogni suo avvistamento è un piccolo miracolo che ci ricorda quanto il Mediterraneo sia ancora vivo, ancora casa.

Dove avvistare la foca monaca nel Mediterraneo

Le sue apparizioni non sono più una leggenda. Oggi si possono documentare, anche se restano rare come un’eco poetica. Le acque del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase l’hanno vista affiorare, quasi un anno fa. 

Quelle del Regno di Nettuno, tra Capri e Ischia, l’hanno accolta più volte in queste settimane, così come la Grecia, la Turchia, le Sporadi.

Cosa non fare se si incontra una foca monaca

Incontrare una foca monaca è un privilegio che chiede silenzio. Gli esperti lo ripetono: restare a distanza, evitare rumori e movimenti bruschi, non cercare l’interazione. Niente foto invadenti, niente urla, niente tentativi di avvicinarsi. Il rispetto è la forma più alta di meraviglia.

La foca monaca, 700 individui che vanno preservati

Oggi, la foca monaca del Mediterraneo conta meno di 700 individui. Le principali minacce alla sua sopravvivenza le abbiamo accennate poco fa: la perdita degli habitat naturali, causata dall’urbanizzazione e dal turismo costiero, la scarsità di prede dovuta alla pesca intensiva, e le reti da pesca, nelle quali può rimanere intrappolata.

A queste si aggiunge la percezione ancora ostile da parte di una parte del mondo della pesca, che la vede come una concorrente. Ma la foca monaca non è aggressiva né invadente: chiede soltanto spazi tranquilli dove continuare a vivere. La sua presenza è discreta, e proprio per questo vulnerabile. Proteggerla significa custodire un frammento prezioso della biodiversità del nostro mare.

Scritto da

Share

Fonte: Shutterstock
Fonte: Shutterstock
Fonte: Shutterstock
ACQUA DELL’ELBA ti accompagna in un viaggio che si snoda fuori dai sentieri battuti e che si fa a grandi passi, lungo bianche spiagge silenziose, o per le strade di collina, ma anche restando fermi, seduti su uno scoglio, ammirando un tramonto.

Segui la brezza dell' isola