
- 27 Agosto, 2025
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Viaggi & scoperte
Gli sport acquatici amici del mare
C’è qualcosa, negli sport, che parla direttamente all’anima.
Il corpo si risveglia, l’energia sopita si sprigiona, e noi ci sentiamo più vivi. Che si pratichi da soli, avvolti nel proprio silenzio, o in compagnia, tra risate e sguardi complici, lo sport regala esperienza e consapevolezza.
E il mare è il compagno perfetto: ospita, guida, sfida. Ogni onda, ogni corrente, ogni pausa di calma piatta è un invito a muoversi dentro e fuori di sé.
Non solo scenario, comunque – il mare non lo è mai –: in un’epoca in cui ogni scelta che facciamo ha un impatto sull’equilibrio del pianeta, esistono sport che ci permettono di vivere il mare, senza sporcarlo.
Sport silenziosi, leggeri, che non lasciano traccia, se non nel ricordo di chi li pratica.
Kayaking e canoa: gli sport perfetti per cominciare
Silenziosi, leggeri, intuitivi: il kayak e la canoa sono come piccole estensioni del corpo, che permettono di scivolare sull’acqua con naturalezza. Perfetti per chi si avvicina per la prima volta agli sport marini, sono capaci di regalare emozioni profonde anche a chi vuole esplorare il mare.
Grazie al kayak e alla canoa si possono costeggiare falesie, visitare anfratti e cale inaccessibili in altro modo, osservare la linea dell’orizzonte da pochi centimetri sopra la superficie: ogni remata è un incontro ravvicinato con il paesaggio.
Da soli, con i propri amici o con il proprio partner: il kayaking e la canoa accontentano le esigenze di tutti.
Surf, Windsurf, Kitesurf, SUP: sulla cresta dell’onda, tra vento e mare
È impossibile conoscere con esattezza quando sono nati gli sport da tavola.
Ci sono attestazioni antichissime della pratica conosciuta come he’e nalu, ovvero lo scivolare sulla cresta dell’onda, già tra il 3000 e il 1000 avanti Cristo, quando i pescatori peruviani sfidavano il mare con le caballitos de totora, ovvero delle antiche tavole di legno. Nelle antiche culture polinesiane, così come alle Hawaii, le tavole sono utilizzate non solo per la sussistenza, ma anche come attività spirituale, forma d’arte e, perché no, divertimento.
Oggi il surf è sinonimo di coraggio, adrenalina, bellezza e sfrontatezza: cavalcare le onde stando in piedi su una tavola rigida, sfruttando il moto ondoso come unica propulsione, è uno sport che richiede pazienza, equilibrio, resistenza e capacità di lettura dell’acqua. E quando, finalmente, si coglie l’onda perfetta, la fatica scompare, ed è pura armonia.
Il surf ha infinite declinazioni, come il SUP: lo stand up paddle è uno sport che invita alla lentezza. Basta una tavola, una pagaia e la voglia di perdersi lungo la costa, esplorare tutto ciò che è esplorabile e seguire il respiro delle onde più calme.
C’è poi il windsurf, il regno del vento: una vela, una tavola, e via, sospinti come foglie leggere, in bilico. Ogni raffica può essere un’alleata o una sfida, e il corpo impara ad ascoltarla, a piegarsi senza spezzarsi.
Il kitesurf, infine, è volo. Un aquilone che trascina, una tavola che sfiora il confine tra mare e aria. Le traiettorie si fanno disegni nell’azzurro, in una sospensione che sa di gioco e di libertà. Per un momento si ritorna bambini, e la sensazione è impagabile.
Lo snorkeling: ammirare il mare e i suoi abitanti
Maschera, boccaglio, pinne e nessuna fretta: lo snorkeling è l’arte di guardare sotto la superficie senza affondare. Anche a pochi metri dalla riva, il fondale può svelare giardini di posidonia, piccoli branchi argentei, pesci colorati, ricci di mare.
È uno sport alla portata di tutti, che insegna a osservare con attenzione e a restare immobili, in ascolto. Non servono bombole, né barche: solo la voglia di scoprire e il rispetto per l’acqua.
Il nuoto libero da strumenti e costrizioni
Nel silenzio del mare, lontano da rive affollate e rumori, il nuoto libero è una meditazione in movimento. Le braccia fendono l’acqua, il fiato si accorda al ritmo delle onde, i pensieri si allungano come linee sotto la superficie.
Si nuota verso qualcosa o per lasciarsi qualcosa alle spalle, ma sempre in un dialogo profondo con il proprio corpo e con il mare. Non servono attrezzature, non serve rumore. Solo sé stessi, e l’acqua.
La profondità delle immersioni
C’è un altro mare, che non si vede dalla riva: quello delle profondità. Fare immersioni è come entrare in un luogo segreto, dove tutto rallenta e ogni colore sembra venire da un sogno.
Le bolle salgono lente, i suoni si ovattano, il corpo diventa parte di un paesaggio sottomarino che sfugge alla logica e alla parola.
Tra coralli, relitti, banchi di pesci e foreste di alghe, l’emozione dell’avventura è grandissima.
C’è sempre qualcosa che il mare ci può insegnare.
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