
- 26 Maggio, 2025
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Gente di mare
Giovanni Soldini - Il mio giro del mondo: il documentario che racconta una vita intera tra le onde
Approdato su Prime a marzo, il documentario Giovanni Soldini – Il mio giro del mondo, diretto da Sydney Sibilia e prodotto da Groenlandia e QMI, ricostruisce, attraverso la voce allegra e sincera del suo protagonista, la vita di uno dei più grandi velisti italiani.
La sua storia prende forma con la naturalezza di un racconto tra amici, senza eroismi forzati, solo onde, vento, sudore e quell’inquietudine operosa che spinge un uomo a sfidare il limite, ogni volta come fosse la prima.
Una vita, la sua, cucita sul mare, che non si poteva raccontare se non in viaggio: oltre 30.000 miglia percorse da ottobre 2022 a gennaio 2024 a bordo del Maserati Multi70, trimarano volante e senza motore. Un’impresa sportiva ma anche una presa di posizione e una dichiarazione d’amore per il pianeta.
La sua voce, sorridente e limpida, ci porta dentro la sua ultima circumnavigazione come se fosse un ritorno a casa. Partenza da Malta, regata Middle Sea Race, poi giù verso le Canarie, i Caraibi, Panama, il Pacifico, l’India, l’Atlantico di nuovo. E intorno a lui un equipaggio affiatato, una barca affilata, una sete di orizzonti che non si placa mai.
La sfida non è solo battere gli altri, ma battere il tempo. Battere l’inerzia. Tenere la barra al centro anche quando la natura si fa beffe dei calcoli umani. Il Maserati vola, letteralmente, grazie alla tecnologia dei foil, toccando punte oltre i 45 nodi. Ma è anche laboratorio scientifico galleggiante: grazie alla centralina Ocean Pack, la barca raccoglie dati preziosi per la comunità scientifica sullo stato degli oceani, CO₂, salinità, temperatura, a tutte le latitudini. Un patto tra sport e scienza che va oltre la sfida marinaresca.
“Che lavoro fai?” chiede l’intervistatore all’inizio del documentario. Soldini sorride. “Faccio il marinaio.” Nessuna enfasi. Soldini è uno che non si è mai tirato indietro e non ha mai avuto paura di fare fatica: dagli anni Ottanta con i Malingri, i primi cantieri, i giri turistici a Cuba con l’entusiasmo dei vent’anni, le bocciature per la patente nautica e poi invece la prima traversata oceanica e tutte le altre, fino al salvataggio di Isabelle Autissier nel 1999, passando per regate leggendarie e naufragi, sponsorizzazioni improbabili (una pizzeria per la Dakar del ‘91), fallimenti, resurrezioni.
Ogni impresa è una storia di ostinazione. Una volta ha dovuto infilare a mano la deriva persa in piena regata, un’altra ha visto la sua barca rovesciarsi e venire inghiottita. Ha perso amici in mare. Ha vinto il Giro del Mondo. È stato il primo non francese a farlo. Eppure non c’è mai un tono trionfale nel suo racconto. C’è il divertimento, c’è la voglia di vincere, la spinta vivace della competizione ma soprattutto c’è una consapevolezza: non si domina nulla, né l’oceano né la vita.
Questo viaggio, come per tanti altri progetti di Soldini -il primo nel 1994 quando costruisce la sua barca, la Stupefacente, all’interno di una comunità di recupero per tossicodipendenti-, non è solo un’impresa sportiva, c’è anche un obiettivo sociale, divulgativo, etico. Lungo il percorso infatti incontra scienziati, attivisti, oceanografi. Tocca con mano gli effetti del cambiamento climatico: barriere coralline scomparse, acque sovrasfruttate, inquinamento da plastica e rifiuti urbani che galleggiano nelle zone più remote del pianeta. A Puerto Rico, a Baja California, nel Pacifico, in ogni tappa del suo viaggio l’evidenza è schiacciante: stiamo perdendo l’oceano.
Da questa consapevolezza nasce Around the Blue un progetto parallelo e complementare al documentario. Una piattaforma didattica, narrativa, coinvolgente, che invita scuole, famiglie e cittadini a “salire a bordo”, a diventare parte attiva nel monitoraggio e nella salvaguardia degli oceani. Un’alleanza tra navigazione e consapevolezza. “Sali a bordo” non è solo un invito: è un appello civile.
Soldini oggi ha quasi sessant’anni ma sempre la stessa voglia di partire. Si è divertito, rifarebbe tutto. Senza essere nostalgico, si guarda indietro con gioia e vuole proseguire, continua a voler esplorare il mondo guidato da una curiosità inesauribile e uno sguardo che ancora si meraviglia del portento della natura, come se fosse la prima volta.
Da Milano all’oceano. Dal sestante ai satelliti. Dai Caraibi all’Oceano Indiano – il più bello, dice lui. Giovanni Soldini non ha cercato la gloria, ma la sua rotta. Un marinaio non cerca porti sicuri, ma nuove domande.
È un uomo che non si è mai fermato.
“Mi è sempre interessato il viaggio, la scoperta di luoghi e persone nuove che non conosco. Capire anche un po’ la complessità di come è fatto questo nostro mondo. Ad un certo punto ho deciso che avrei fatto il velista perché volevo viaggiare. Poi ho scoperto che mi piaceva anche viaggiare veloce. Provare sensazioni quasi orgasmiche. È quella ricerca lì, non dico della perfezione, ma del limite finale, e ovviamente non c’è un limite finale”.
E allora si riparte.
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