- 7 Ottobre, 2024
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Dove l'arte incontra la natura: il sogno di Italo Bolano
C’è un luogo sull’Isola d’Elba che i viaggiatori possono scoprire quasi per caso, avventurandosi nel primo entroterra vicino a Portoferraio. Dopo aver visitato le spiagge e essersi immersi nelle acque cristalline, qualcuno potrebbe chiedersi: “Oltre alla tintarella, alle escursioni e allo snorkeling, quali sono le mete culturali e artistiche da non perdere nei dintorni?”
Proprio qui, tra i vigneti di San Martino, si nasconde un piccolo gioiello: l’Open Air Museum Italo Bolano. Un museo raggiungibile in bici, magari all’ora del tramonto, per godere di un paesaggio mozzafiato, oppure in auto, con i finestrini abbassati e la musica jazz in sottofondo, per vivere una mattinata all’insegna della vita lenta e dell’arte.
Il museo nascosto tra i vigneti di San Martino
Il Museo Italo Bolano nasce dal progetto visionario di un artista e dal sogno di creare un museo diffuso all’aperto, uno spazio culturale dinamico e attivo, perfettamente integrato con la natura e il territorio circostante. L’ispirazione viene dal lavoro dell’architetto spagnolo César Manrique a Lanzarote, nelle Isole Canarie. L’idea non era quella di confinare l’arte in un museo tradizionale, ma di disseminarla in vari punti dell’isola, rendendola accessibile a tutti i visitatori. Un modo per promuovere il dialogo tra arte e natura, valorizzando il paesaggio in modo sostenibile.
Lo stesso Bolano afferma: “L’arte è ispirata dalla Natura, l’opera deve sublimarla e interagire con lo spazio”. Gli oggetti e i luoghi, carichi di vicende collettive, devono parlare, aiutando le persone a ritrovare il senso profondo della storia di cui sono portatrici, e promuovendo la costruzione di legami nella comunità. In altre parole, l’arte deve diventare uno strumento di partecipazione.
Questa è l’eredità culturale che il maestro Bolano ha lasciato. Il suo sogno era che l’Elba diventasse una meta artistica internazionale, dove creativi da tutto il mondo potessero esporre le proprie opere e dialogare con il territorio, trasformando l’isola in un laboratorio culturale a cielo aperto. Dalla sua scomparsa, nel 2002, questa è anche la missione dell’omonima Fondazione Italo Bolano, che cura lo spazio museale e offre ai visitatori laboratori sull’arte della ceramica Raku (che significa “gioire il giorno”), oltre a proporre un fitto calendario eventi, workshop e incontri con artisti locali.
Le opere del Museo Italo Bolano raccontano storie fatte di mare, terra e mito, dove l’arte si fonde con il paesaggio elbano, trasformandolo in un’esperienza visiva e sensoriale unica.
Alcune di queste sono:
Monumentale e audace, quest’opera in cemento armato rappresenta un’antica nave o un’onda marina che si libra nell’aria. Dai suoi anfratti segreti scorre acqua, aggiungendo un elemento dinamico. Autentico capolavoro che celebra la forza del mare e il viaggio, evocando un’arca simbolica.
Cemento armato, acqua, ceramica, 1993 – 2,50 m x 13 m
Questa ceramica circolare gioca con la percezione: i gabbiani, simboli di libertà, si fondono in un profilo umano, la bocca aperta a formare un’isola. Un’opera tra le prime realizzate per il museo, dove natura e uomo si uniscono in un’unica immagine.
Smalti su ceramica refrattaria, 1974 – diametro 150 cm – 15 pannelli
Con colori vivaci e linee scattanti, Bolano ci trasporta nell’isola di Ulisse. Il rosso, il verde e l’azzurro richiamano il paesaggio mitico e mediterraneo di Itaca, dove il mito si intreccia con il presente, trasmettendo l’eterna nostalgia del viaggio.
Smalti su ceramica refrattaria, 1992 – 57 cm x 172 cm – 5 pannelli
In questa composizione, l’artista utilizza le sue tonalità preferite di blu e verde per evocare il fascino dei paesaggi elbani. Segni riconoscibili come la torre medicea di Portoferraio e le barche riflettono il legame profondo con il mare e la tradizione locale.
Smalti, cristalline, polvere di vetro su ceramica refrattaria, 2006 – 120 cm x 120 cm – 6 pannelli
Con toni caldi di terra di Siena e rosso, quest’opera ricorda un paesaggio al tramonto, forse Portoferraio. Un omaggio alla luce e ai colori che definiscono l’isola nelle ore più intime della giornata.
Smalti su ceramica refrattaria, 1975 – 62 cm x 150 cm – 6 pannelli
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