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Arte & Cultura

I movimenti del mare - alla scoperta del libro Ondario

Cosa c’è di più assurdo del voler classificare le onde? Riconoscere le correnti, studiare le maree, trovare la formula matematica che aiuti i navigatori a riconoscere il mare e i suoi movimenti: sembra un’impresa impossibile, eppure nella storia della meteorologia qualcuno ci è riuscito.

Si chiamava Henry Percy Douglas, vice ammiraglio della Royal Navy, che negli anni Dieci del Novecento prese il comando del servizio meteorologico navale britannico e ideò la scala che definiva il tipo, l’altezza, la potenza delle onde.

È questa l’ispirazione che ha portato alla nascita di Ondario – I movimenti del mare (2025), volume pubblicato da Nomos Edizioni scritto da Sarah Zambello e illustrato da Susy Zanella.

L’incipit di Ondario: testi, aneddoti e illustrazioni in totale armonia

Infiniti, schiumeggianti, sconosciuti, profondi. Mossi. La vita sulla Terra non sarebbe possibile senza mari e oceani. […]

C’è chi, guardando il mare, trova pace e tranquillità. C’è chi trova mille modi per giocare con l’acqua che bagna la spiaggia. C’è chi si mette in ascolto: il mare sussurra, racconta. Il mare si infuria, anche. […]

Perché il mare si muove di continuo?

Da dove nascono le onde?

Le onde che si frangono sulla costa sono le stesse che agitano la superficie del mare al largo?

Esiste un modo per riconoscere e distinguere le onde?

Ondario inizia così: l’incipit riporta immediatamente il lettore a quello che può essere il suo primo, ancestrale legame col mare. L’illustrazione della prima tavola, il volto di una figura umana che si riflette su uno specchio d’acqua, accompagna senza spingere il lettore a un momento di introspezione.

E dopo l’abbraccio di testo e illustrazione le autrici inseriscono la prima di una serie di aneddoti e curiosità che riguardano il mondo marino. Sapevate, ad esempio, che a Zara, in Croazia, c’è un organo marino simile a una scala, che suona diverse note a seconda del moto ondoso? O che esistono alcune onde dette “confuse”, di misura indefinita, che quando si scontrano generano “un domino di oscillazioni irregolari”?

Come si muove il mare?

Calmo. Quasi calmo. Poco mosso. Mosso. Molto mosso. Agitato. Molto agitato. Grosso. Molto grosso. Tempestoso. Sono questi i movimenti del mare secondo la Scala di Douglas, l’invenzione che prova a mettere ordine nel caos armonico del moto ondoso.

Ma la scala, pagina dopo pagina, non è mai ridotta a freddo strumento tecnico: la scienza diventa gesto umano, l’osservazione tecnica si trasforma in attenzione poetica, ogni definizione viene associata a un’illustrazione che chiarisce senza essere didascalica.

Quando si parla del mare molto grosso, per esempio, la tavola non si limita a definirne le misure comunicando qualche dato. Trionfa l’immagine de La grande onda, famosissima opera di Hokusai, dove la protagonista sembra sfidare le imbarcazioni dei pescatori del porto di Kanagawa e rubare la scena al sacro Monte Fuji.

Testi evocativi e illustrazioni magnifiche

Il libro prende a prestito la voce dei poeti e dei narratori per dare spessore alle categorie: Coleridge e la sua Ballata del vecchio marinaio, Hemingway e il vecchio pescatore che conosce “la sostanza del mare”, Hokusai, appunto, e la cresta che sfiora il cielo.

Così l’onda poco mossa diventa “un abbraccio di onde in cui lanciarsi, un sostegno fluttuante, un rifugio”, mentre quella molto mossa è una “belva infuriata” che richiede tutta la nostra attenzione. L’abilità dell’autrice è proprio questa: contaminare l’esattezza della misura con l’esattezza dell’immagine. Le tavole tecniche sulla misura dell’onda, il calcolo dell’Hs (l’altezza significativa) o le spiegazioni sullo shoaling, non annoiano e non lasciano il lettore perso tra le nozioni.

Le pagine illustrate di Susy Zanella non si accontentano di riprodurre forme: le inventano, facendo letteralmente “respirare” le sue onde. Il grafismo, la scelta dei segni, l’uso dello spazio bianco: tutto contribuisce a un’esperienza tattile – il mare si vede e quasi si sente sulla pelle.

Nel volume si alternano doppie pagine centrali di grande intensità poetica, che trasportano il lettore verso un piano emotivo, a tavole più tecniche e infografiche, che accompagnano con chiarezza la parte nozionistica.

Per chi è questo libro?

Per chi ama il mare come paesaggio e come metafora. Per chi vuole capire come una cresta d’acqua possa diventare progetto architettonico (The Wave), musica (Einaudi) o murale urbano. Per insegnanti, per ragazzi curiosi, per chi si perde volentieri in cartografie insolite. E soprattutto per chi desidera che la scienza non si chiuda nella torretta degli specialisti, ma scivoli verso la riva, dove tutti possiamo toccarla con le dita.

Le autrici di Ondario

Sarah Zambello progetta interventi di educazione alla lettura e realizza laboratori di narrazione presso scuole e librerie. Il suo albo d’esordio, Le mani di Anna, illustrato da Daniela Iride Murgia, arriva finalista al Premio Luigi Malerba 2020. Nello stesso anno pubblica con Nomos Nuvolario – Atlante delle nuvole, finalista al Premio Andersen 2021, illustrato da Susy Zanella.


Susy Zanella ha lavorato per 15 anni come grafica prima di realizzare il suo sogno di diventare Illustratrice. Ha partecipato e vinto numerosi concorsi di illustrazione, vincendo per due anni consecutivi il primo premio al concorso “Libri fatti a mano” di Pieve Santo Stefano. Oggi collabora con importanti case editrici italiane.

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Fonte: Shutterstock
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ondario
Fonte: www.nomosedizioni.it
Fonte: Shutterstock
Quanti segreti custodisce, il mare. Ha accolto senza giudizio le esperienze più disparate: dalle feste in spiaggia, agli amori proibiti; ha visto navi salpare e non ritornare, ha permesso il contatto e il passaggio di persone, oggetti, imperi. E poi ha custodito parole. Parole che non avevano più un luogo, un tempo, e alle volte nemmeno un destinatario.
ACQUA DELL’ELBA ti accompagna in un viaggio che si snoda fuori dai sentieri battuti e che si fa a grandi passi, lungo bianche spiagge silenziose, o per le strade di collina, ma anche restando fermi, seduti su uno scoglio, ammirando un tramonto.

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