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Gente di mare

Giuni Russo: tutta una vita al mare

Nelle estati italiane è difficile non imbattersi, diffusa da un altoparlante in spiaggia o da una cassa di un chioschetto, nella voce inconfondibile di Giuni Russo che racconta di Un’estate al mare o del desiderio di un viaggio ad Alghero. Sono canzoni che hanno attraversato decenni e generazioni, colonne sonore di vacanze assolate e fughe dalla quotidianità.

Quest’estate ce ne andremo al mare per le vacanze.
Un’estate al mare, voglia di remare,
fare il bagno al largo,
per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni.

Artista poliedrica e instancabile, dagli anni Ottanta in poi Giuni Russo non ha mai abbandonato le playlist estive. Eppure è sempre stata molto più della regina delle canzoni da spiaggia per le quali oggi viene prevalentemente ricordata. Il mare, per lei, era un’origine e un orizzonte, mai qualcosa di immutabile e ripetitivo.

Mediterranea sono io

Quest’anno, a ventun anni dalla sua scomparsa e a quaranta dall’uscita di uno dei suoi album più memorabili, Vanity Fair e Warner Music hanno affidato al dj e produttore Mattia Del Moro, in arte Dumar, il progetto di remix di uno dei suoi brani più sfaccettati: Mediterranea.
 Un lavoro che aggiorna il suono senza snaturarlo, rendendo evidente quanto quel brano fosse in anticipo sui tempi.

Mediterranea passione e il mormorio della gente. Coprimi stasera la rugiada mi fa tremare. Portami a ballare oppure altrove, ma portami via da qui, per le strade che sai verso la notte.

Di questo brano Giuni Russo diceva: “Mediterranea sono io”. Nelle sue strofe c’è la celebrazione delle origini isolane e del legame viscerale con il mare, ma anche il tentativo di mostrarsi oltre l’immagine cucitale addosso dal successo mainstream.

Origini, sperimentazioni e il mare come fonte di ispirazione

Nata a Palermo nel 1951, Giuseppa Romeo, questo il suo vero nome, è stata una delle voci più originali e inconfondibili della musica italiana. La sua carriera è stata un continuo movimento tra mainstream e underground, tra musica leggera e d’autore, tra popolarità e ricerca artistica. Ha collaborato con artisti come Franco Battiato, Giusto Pio e Maurizio Fabrizio, esplorando pop e musica sacra, jazz e sonorità etniche, fino a una sperimentazione raffinata in cui diverse ispirazioni e la fenomenale vocalità confluivano in capolavori senza tempo.

Come racconta Bianca Pitzorno nella biografia pubblicata a cinque anni dalla morte di Russo: Giusy aveva imparato prestissimo a nuotare, non ricordava neppure un tempo in cui non sapesse farlo. Nell’acqua si sentiva felice, libera. Amava il mare. Quel blu profondo, inquieto, del Golfo della Conca d’Oro. Stava a guardarlo per ore, e lui fissava lei. In quel mare suo padre pescava”.

Questa ispirazione che arriva dall’acqua, dai ricordi della fanciullezza, è evidente in tutta la sua produzione. Si sfuma e si plasma a seconda del messaggio: briosa e leggera in Un’estate al mare e Alghero, profonda e quasi mistica in Mediterranea, contemplativa in Niente di te, simbolica in Oceano d’amore.

Un oceano senza confini,
un’acqua eterna di cui si fanno
l’anima e la vita e le nuvole e la pioggia
e i fiumi lungo i quali noi discendiamo.

Scoprire un’altra
Giuni Russo

Con il remix di Mediterranea agli ascoltatori e alle ascoltatrici di oggi viene data la possibilità di recuperare una parte della produzione dell’artista che va oltre i soliti classici. Partendo da qui e facendosi guidare dalla sua voce inconfondibile, simile a quella di una sirena, si può arrivare fino alle sue riflessioni musicali sulla spiritualità, costeggiare la Sicilia con lei e Battiato, elevarsi sull’abisso e ammirarne il mistero.

Gianfranco Capitta lo scrisse con chiarezza: era come se il mare cantasse in Giuni Russo. E come è impossibile incasellare l’oceano in un’unica definizione, così non è mai stato possibile racchiudere lei in un solo genere o in un solo volto. L’errore è stato forse quello di volerla costringere dentro lo spazio angusto delle spiagge assolate e delle risate civettuole. Ma Russo non si è mai lasciata trattenere: fluida come acqua ha abbandonato quei lidi e si è tuffata in profondità sconosciute, vivendo tutta la vita per la musica e la musica soltanto, senza smettere di cercare significati tra le sue onde.

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Fonte: Shutterstock

Fonte: Giuni Russo Official Channel Youtube

Fonte: Giuni Russo Official Channel Youtube

Fonte: Giuni Russo Official Channel Youtube

Quanti segreti custodisce, il mare. Ha accolto senza giudizio le esperienze più disparate: dalle feste in spiaggia, agli amori proibiti; ha visto navi salpare e non ritornare, ha permesso il contatto e il passaggio di persone, oggetti, imperi. E poi ha custodito parole. Parole che non avevano più un luogo, un tempo, e alle volte nemmeno un destinatario.
ACQUA DELL’ELBA ti accompagna in un viaggio che si snoda fuori dai sentieri battuti e che si fa a grandi passi, lungo bianche spiagge silenziose, o per le strade di collina, ma anche restando fermi, seduti su uno scoglio, ammirando un tramonto.

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